TUTTI IN SELLA PER LA SERRA - BARIGAZZO - Indicatore Mirandolese
- Quirino Mantovani
- On 12 Giugno 2014
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Tutti gli anni Walter Severi organizzava una gara ciclistica sul nostro Appennino: la Serra– Barigazzo. Era una competizione a invito alla quale partecipava la squadra di Luigi Benatti (“Il Gek”), composta da Artebano Barelli, io, Gianni Zini, Renzo Vincenzi, Franco Pivetti, Sergio Bergonzoni e altri ancora, in tutto una ventina di ciclisti.
Si partiva alla mattina in auto alla volta di Serramazzoni da dove avveniva poi la partenza della gara che era subito in forte discesa, con concorrenti che raggiungevano velocità pazzesche, mentre noi amatori eravamo molto più cauti per paura di cadere, avendo da poco intrapreso l’attività ciclistica e non essendo pratici dei cambi. In occasione di una di queste gare in montagna, dopo la discesa, sono nelle ultime posizioni.
Quando però inizia la salita, essendo allenato a giocare a calcio, ho fiato da vendere e accelero la mia andatura, cominciando a raggiungere, uno alla volta, i fuggitivi. Il primo è Barelli. Essendo pesante la salita era per lui un calvario. Lo vedo che pedala a fatica, zigzagando pericolosamente da una parte all’altra della strada. Arrivato al primo paesino, arrestata la bici davanti ad una chiesa, si precipita all’interno e inizia a bagnarsi abbondantemente il viso con l’acqua santa…La salita sempre non finire mai e intanto io continuo a superare corridori. Infine a poca distanza vedo Gianni detto “Gianen”. Mio fratello Guglielmo che mi seguiva con l’auto mi sussurra di aggrapparmi allo specchietto laterale della vettura.
Lo afferro e mi faccio tirare per un tratto. Quando sono ormai a ridosso di Gianen, lascio lo specchio e di slancio lo supero. «An na pol minga andar ac se fort (non può andare così forte)» mi urla irato alle spalle. Mi accorgo che il traguardo è lì vicino e lo taglio per primo. Dopo un po’ arriva Gianen, poso la bici, parto di corsa e faccio due salti mortali senza appoggiare le mani per terra, per mostrargli che ho ancora tanta energia da spendere. Lo guardo in faccia e mi metto a ridere. Lui, sudatissimo, mi fissa ansimando: «Non è giusto, hai barato!». Io gli rispondo: «Se non sei convinto, rifacciamo la salita…». Ma quando viene effettuata la premiazione lascio il primo premio a Gianen e mi accontento del secondo dicendo: «Un’altra volta non faccio il cavallo…». Alla fine, come al solito, finiamo tutti al ristorante. E’ stata davvero una bella giornata, in compagnia e ci siamo divertiti molto, mangiando bene. Tutto questo grazie allo sponsor Walter Severi.
Quirino Mantovani
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