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L'ELEQUENZA DI CERRETTI - Indicatore Mirandolese

«Per una specie di fatalità, dice un sommo filosofo, le cose, delle quali ragionan più gli uomini, sono ordinariamente quelle che intendono meno; e tale appunto è la natura del bello. Ognuno ne parla giornalmente. Si ammira nelle produzioni della natura, si esige in quelle delle arti; si accorda o si rifiuta ogni momento questa qualità, e ciò null’ostante, se s’interrogan gli uomini di gusto il più squisito, quale ne sia l’origine, l’essenza e la vera definizione, s’ei sia qualche cosa di assoluto o relativo, se vi abbia un bello eterno, immutabile, o se avviene di lui come della moda, che varia ogni istante, si veggono immediatamente divisi i pareri. Chi confessa la propria ignoranza, chi si abbandona allo scetticismo; chi definisce e decide; ma fra tanti bei sogni metafisici ne abbiamo noi forse una precisa nozione?».

Luigi Cerretti – da “Istituzioni di eloquenza”

 

Luigi Cerretti nacque a Modena il 1º novembre 1738. Fu professore di storia all’Università di Modena dal 1772 al 1778, anno in cui passò alla cattedra di eloquenza fino al1796. Inseguito fu nominato presidente dell’Accademia di belle arti e nel 1804 successe a Vincenzo Monti alla cattedra di eloquenza all’Università di Pavia. Fu ministro della Repubblica Cisalpina. Fu autore di scritti teorici (“Istituzioni di eloquenza” e “Delle vicende del buongusto”) e di traduzioni dal greco e dal latino di autori classici. Scrisse novelle, tragedie, odi, canzonette e rime neoclassiche. Cerretti morì a Pavia nel 1808.

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