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“A CHE SERVONO LE NOSTRE TASSE SE PAGHIAMO DI TASCA NOSTRA LE VISITE MEDICHE? ALTRO CHE PREVENZIONE” - Indicatore Mirandolese

“A CHE SERVONO LE NOSTRE TASSE SE PAGHIAMO DI TASCA NOSTRA LE VISITE MEDICHE? ALTRO CHE PREVENZIONE”

Monta anche a Mirandola l’esasperazione dei cittadini per le lunghe liste d’attesa. Chi può permetterselo ricorre ai centri privati

“Versiamo le tasse e in più paghiamo di tasca nostra le visite mediche perché la sanità pubblica è insolvente”. Sempre più cittadini lamentano, su scala nazionale e non solo locale, le lunghe liste d’attesa per esami e visite specialistiche e il ricorso ai centri privati, per chi può permetterselo, è ormai la prassi. “Le lunghe liste d’attesa sono una spina nel fianco della popolazione – dichiara Flavio Rebecchi – e chi può ricorre a mutue e assicurazioni private per avere la certezza di tempi brevi o comunque accettabili di cura. Il timore è che nel futuro prossimo si vada sempre più in questa direzione. Paghiamo le tasse, ma Stato e Regioni non riescono più a garantire servizi adeguati, e il cittadino si rivolge al privato. Anche la sanità emiliano romagnola è in sofferenza, d’altronde le lunghe liste d’attesa lo confermano come l’aumento delle visite ‘intramoenia’ e nei centri privati”.

La signora Silvia Benazzi, 85 anni, di accertamenti e visite a pagamento ne ha già fatti a sufficienza. “Si va da un minimo di 120 euro a un massimo di duecento, che ho sborsato di tasca mia per ridurre i tempi d’attesa che nel pubblico sono ormai inaccettabili, o comunque lunghi rispetto a una patologia e alla necessità di cura; e poi parlano di prevenzione? Con la salute non si scherza e il diritto alle cure mediche non deve limitarsi a un concetto. Il 23 maggio avrò la visita cardiologica, e mi ritengo già fortunata in quanto, dalla richiesta ad oggi, ho atteso 4 mesi quando per le specialistiche i tempi sono tanto più lunghi. Non oso lamentarmi oltre il dovuto, c’è chi è messo peggio”.

Dopo le proteste a pioggia sulle liste d’attesa da record a livello nazionale, il cittadino è ora informato del fatto che può chiedere e ottenere il risarcimento per la visita specialistica privata se le liste d’attesa hanno tempi lunghi. “Almeno questo! – commenta Bruno Roveda – Dopo aver fatto la spola tra le farmacie e il Cup, finalmente è spuntato l’appuntamento, a giugno, per l’ecodoppler che devo fare annualmente. Non possiamo però affidare la nostra salute al giorno fortunato che capita quando, recandoci in farmacia, ci viene detto che le liste d’attesa, dopo mesi e settimane di ‘overbooking’, sono riaperte”.

Gustavo Bonfatti mette il dito nella piaga: “Abbiamo un polo biomedicale d’eccellenza a livello mondiale e siamo privi di una terapia intensiva. La politica non ha mai pagato il prezzo dei propri errori se non commettendone di nuovi ed è logico che il cittadino non vada alle urne. Senza contare che i macchinari donati da noi della Bassa Modenese, attraverso l’Associazione La Nostra Mirandola, spesso finiscono all’ospedale di Carpi”.

Visita a pagamento anche per Greta Agostino. “Purtroppo non c’è alternativa. Se hai problemi di salute devi rivolgerti al privato. Il nostro è ormai un coro unanime di proteste, e non pare che le cose possano migliorare”. Nel frattempo, continua la raccolta firme dei cittadini per il mantenimento e il potenziamento dell’Ospedale di Mirandola. Nel corso degli anni, oltre a ‘Salviamo l’Ospedale’ e a ‘La Nostra Mirandola’ anche i partiti politici incalzati dai cittadini hanno lanciato petizioni pro Ospedale.

 

 

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