Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image
Scroll to top

Top

PAYBACK – IL SINDACO ALBERTO GRECO SCHIERA MIRANDOLA AL FIANCO DEL DISTRETTO BIOMEDICALE, CONTRO UNA NORMA INIQUA E INCOSTITUZIONALE - Indicatore Mirandolese

PAYBACK – IL SINDACO ALBERTO GRECO SCHIERA MIRANDOLA AL FIANCO DEL DISTRETTO BIOMEDICALE, CONTRO UNA NORMA INIQUA E INCOSTITUZIONALE

Alberto Greco (Sindaco di Mirandola): “Superare e cancellare una mostruosità incostituzionale”.

Si è tenuto lunedì 11 dicembre 2023 – l’incontro indetto presso il Tecnopolo “Veronesi” di Mirandola, con al centro il superamento e la cancellazione del “Payback”, indetto da Confindustria, CNA e Lapam Confartigianato. Nel suo intervento introduttivo, che riportiamo integralmente, il primo cittadino mirandolese, ha tenuto fermo il punto sulla necessità – da far seguire alle proroghe – relativa alla completa cancellazione di una norma inique e peraltro giudicata incostituzionale, introdotta nello scorso 2015.

Dopo l’ultima proroga al payback, scaduta il 30 novembre scorso – la terza, nell’arco dell’anno – è arrivato solo qualche giorno fa il congelamento del provvedimento da parte del TAR del Lazio. Per tante aziende biomedicali del Distretto produttivo mirandolese, e dell’area nord rappresenta un’importante boccata di ossigeno ed uno spiraglio di speranza, dal quale guardare al futuroattacca il Sindaco GrecoDopo essere stato sommerso di ricorsi da parte delle aziende medesime, sull’iniquità della disposizione, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha sollevato la questione relativa alla legittimità costituzionale per il meccanismo secondo cui le aziende biomedicali dovrebbero concorrere al ripianamento dei deficit sanitari creati dalle politiche regionali in materia di salute. Ritengo opportuno ricordare che, un provvedimento che ritengo una mostruosità giuridica, risale allo scorso 2015. Nello specifico, la norma venne emanata dall’allora governo Renzi, avallata dall’allora Presidente della Conferenza Stato Regioni Sergio Chiamparino (2011-2015), e introdotta dal successore di quest’ultimo. Provvedimento che prevedeva – per il periodo compreso fra lo scorso 2015 e il 2018 – la restituzione di una quota variabile tra il 40 e il 50% delle spese sostenute oltre il tetto massimo ammesso.

I relativi decreti attuativi però – rimasti a lungo nel cassetto – sono stati rispolverati e divenuti preminenti solamente dopo aver superato l’emergenza pandemica, mettendo in preventivabile difficoltà le imprese. Qualora si fosse infatti passati, dalle parole ai fatti, dando il “via” alla riscossione, i risvolti avrebbero potuto rivelarsi pesanti e negativi sulla sopravvivenza delle aziende del comparto, con relativo contraccolpo sull’occupazione. Abbiamo seguito la vicenda e tutto il suo iter fin dal nostro insediamento, stimolati dai tanti attestati e richieste da parte degli imprenditori del comparto biomedicale in cerca di supporto e di risposte. Data la situazione, lo scorso anno giusto in questo periodo (23/12/2022 – protocollo n°42753/2022), ho scritto personalmente al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, per attenziornarlo relativamente all’impatto del payback sul distretto del biomedicale. Ma soprattutto sui risvolti che l’applicazione del provvedimento avrebbe generato in termini di crisi pesante del tessuto imprenditoriale locale.

Abbiamo accolto con favore ogni volta le proroghe concesse, segno tangibile della sensibilità e dell’attenzione del Governo di fronte a quello che rappresenta un problema. Riteniamo positiva la decisione del TAR del Lazio, in quanto questa sospensione rappresenta un primo passo verso il superamento e la relativa cancellazione di un provvedimento iniquo e pericoloso che metterebbe in crisi di un intero sistema occupazionale composto, per il nostro territorio, da oltre le 5.000 unità alle quali va aggiunta tutta la filiera.

Chiudo ringraziando chi si è impegnato a tal favore a partire dal Senatore Michele Barcaiuolo, al già onorevole Guglielmo Golinelli, i consiglieri regionali Michele Facci e Stefano Bargi, per le interrogazioni presentate e tutti coloro si sono interessati alla questione. Resta la preoccupazione – condivisa anche dalle organizzazioni di categoria del settore biomedicale di Confindustria, Cna, Lapam Confartigianato, Confcommercio, oggi qui presenti – circa i gravi rischi che l’eventuale applicazione generebbe sia dal punto di vista occupazionale di questo distretto industriale sia per le forniture ospedaliere, qualora la normativa non fosse del tutto abrogata.”