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“AIMAG È NOSTRA, FUORI HERA”. PREOCCUPAZIONI ‘BIPARTISAN’ IN ATTESA DEL TAR SUL RICORSO PRESENTATO DAI SINDACI DELLA BASSA - Indicatore Mirandolese

“AIMAG È NOSTRA, FUORI HERA”. PREOCCUPAZIONI ‘BIPARTISAN’ IN ATTESA DEL TAR SUL RICORSO PRESENTATO DAI SINDACI DELLA BASSA

“Quella di Aimag, fagocitata in Hera, è l’ennesima vicenda in cui a farne le spese è sempre e comunque l’Area Nord. È l’ennesimo scippo ‘politico’, e sembra quasi ci sia la volontà di far sparire l’Area Nord tanto è l’accanimento nei suoi confronti praticato nel corso degli anni”.

Non mancano le preoccupazioni ‘bipartisan’ dei cittadini in attesa del pronunciamento del Tar dell’Emilia Romagna, il 14 dicembre, sul ricorso presentato dai Comuni soci Aimag dell’Area Nord (escluso il Comune di Concordia) e del Mantovano contro il patto ponte e il nuovo cda Hera voluto e permesso dai Comuni di Carpi e Terre d’Argine.

“Hera si è presa Aimag, un pezzo importante del nostro territorio e la gente, al di là di ogni colore politico la rivendica” – dichiara Omero Campi – La speranza è che il Tar si pronunci a nostro favore”. Il ricorso, ricordiamo, è stato presentato per annullare le delibere del consiglio comunale di Carpi, delle Terre d’Argine, di Bomporto e Bastiglia che, decidendo di dar vita a un patto ponte, hanno di fatto posto fine al patto di sindacato fra i Comuni soci di Aimag. Con la conseguenza, così è stato specificato nel ricorso presentato il 29 giugno scorso, che il nuovo cda della multiutility venisse nominato non dalla maggioranza che assicurava il controllo pubblico di Aimag, ma da una maggioranza diversa che comprende anche soci privati: Hera appunto e la Fondazione CrCarpi.

Quali ricadute avrà la gestione Hera sul territorio? Le tariffe saranno più alte, come a Modena città? La raccolta meno efficiente? Questi sono gli interrogativi che vanno per la maggiore. Pier Giorgio Bacchi, esperto di finanza, considera fondamentale il controllo pubblico su Aimag “In quanto permette alla collettività di godere di tariffe eque. Entrare in Hera, una spa quotata in borsa, significa disperdere il valore del servizio pubblico. Avremo tariffe molto più onerose, senza dubbio – commenta Bacchi – in quanto la controllante agirà soltanto per il bene del conto economico e delle quotazioni azionarie nonché nel solo interesse degli azionisti e si disperderà il valore di una ottima azienda locale a controllo pubblico”.

Di unanime parere è Anna Maria Ferraresi, medico dentista, il cui padre, l’ingegner Martino Ferraresi guidò Aimag per due decenni in veste di direttore generale. Un nome, quello di Ferraresi, ideatore del logo Aimag, specializzato in oleodotti e gasdotti che molti mirandolesi ricordano. Non solo per le sue spiccate qualità professionali, che in quegli anni fecero la differenza della multiutility, ma anche umane. “Papà amava la sua gente e la sua città, e considerava Aimag la sua seconda famiglia. Al suo funerale, nel 2017, mi sono commossa dalle tante attestazioni di affetto di dipendenti ed ex dipendenti, segno che papà ha lasciato un segno sia nella crescita di Aimag sia a livello umano”.

Per Nando Costa Zaccarelli, imprenditore e titolare del Bar La Fenice, “A differenza di una municipalizzata come Aimag, dove i proprietari sono i Comuni, Hera, al contrario, sarà più propensa a fare i propri interessi. Senza contare che quando si presentano disguidi e problemi nella raccolta, oppure perdite di acqua, è sufficiente – sottolinea Costa – fare il numero del referente Aimag e tutto si risolve nell’arco di poco tempo, cosa differente se l’interlocutore sarà Hera”.

A Ermanno e Francesco Bignardi, titolari del Bar Nazionale in viale Gramsci, “Già il porta a porta non rappresenta il nostro modello preferito, tanto che qualche anno fa siamo corsi ai ripari a nostre spese per plastica, cartone e vetro, per evitare che l’accumulo prolungato dei sacchi facesse sembrare l’area a ridosso della nostra attività una sorta di latrina a cielo aperto, ma almeno con Aimag il rapporto è diretto. Se si presentano criticità vengono risolte, con un colosso come Hera… beh i dubbi non mancano”.

Alessandra Lambruschi, imprenditrice, titolare dell’enoteca ‘Acetone’, si ritiene, per certi aspetti, una voce fuori dal coro. “Sono favorevole al fatto che Aimag resti una realtà del nostro territorio, ma a fronte di un mercato sempre più globalizzato non si corre forse il rischio di finire un giorno risucchiati da qualche altra realtà?”. Timori legittimi, ma che finora, secondo il parere dei più, trovano ragione di esistere solo di fronte a un colosso come Hera. “Se il ricorso non sarà accolto, addio Aimag, risucchiata da Hera”, commentano i mirandolesi.