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OSPEDALE, EMERGENZA-URGENZA: APPROVATO IL PIANO AUSL CHE TAGLIA L’AUTO INFERMIERISTICA NOTTURNA A MIRANDOLA - Indicatore Mirandolese

OSPEDALE, EMERGENZA-URGENZA: APPROVATO IL PIANO AUSL CHE TAGLIA L’AUTO INFERMIERISTICA NOTTURNA A MIRANDOLA

Continua la grave carenza di personale che portò la Regione a chiudere il punto nascita. E l’Assessore Donini ora dice stop agli interinali

 

Pur con il solo voto favorevole di 20 sindaci, il piano provinciale di riorganizzazione dell’emergenza-urgenza elaborato dall’Ausl di Modena è stato approvato il 13 settembre scorso nella riunione della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria. Con tutte le parti più ‘scomode’ e contestate, prima fra tutte, per Mirandola, il taglio del servizio notturno della auto infermieristica. All’interno di un contesto provinciale in cui molte auto destinate all’emergenza saranno gestite soprattutto da volontari che già oggi coprono oltre il 50% degli interventi e sui quali peserà un carico di lavoro e responsabilità in deciso aumento.

Mirandola, stando al piano di riorganizzazione, non avrà il CAU, Centro Assistenza e Urgenza che nel caso di Finale Emilia sostituirà il punto di primo intervento nelle gestione dei casi a bassa intensità (codice verdi o gialli). ma questo, purtroppo, non è sufficiente per non essere preoccupati. Perché la stessa condizione di emergenza relativa alla carenza personale e  che ha spinto la Regione a varare, in pochi mesi, attraverso legge regionale, una riforma per riorganizzare il sistema di emergenza urgenza e dei Pronto soccorso, non ha prospettive di essere risolta. Almeno per altri due tre anni – ha previsto e confermato l’Assessore regionale alla sanità Donini. Anzi, delle due potrebbe peggiorare. Se pensiamo che il punto nascita di Mirandola è stato chiuso ormai un anno fa da Regione e Ausl adducendo la motivazione del personale insufficiente a tenerlo aperto, che cosa potrebbe succedere se il personale continuasse a dimettersi ai ritmi attuali (è di alcune settimane fa la oltre allo stop di un medico di base anche la dimissione del dirigente farmacista dell’ospedale e di un autista)? E che cosa succederà quando sarà eliminato, tra qualche mese, il ricorso ai medici a gettone che, piaccia o meno, hanno garantito e continuano a garantire, sia a Mirandola che a Carpi, il funzionamento del Pronto Soccorso. ‘E’ un sistema che oltre che costoso, ha contribuito all’allontanamento volontario dei professionisti in organico’ – ha sottolineato l’Assessore Donini ammettendo candidamente che pur a fronte dei 1400 euro pagati a turno, il risultato ottenuto era  spesso (ed è) addirittura controproducente, anche rispetto agli effetti sul personale con esperienza e in struttura.

Inoltre c’è un altro tema in grado di generare fondati dubbi e perplessità sulla tanuta del nuovo sistema di emergenza urgenza, riorganizzato sulla base della nuova legge regionale e dei piani provinciali: quello del buco di bilancio della sanità emiliano-romagnola. Questo sì, da altra vera emergenza.Il buco nella previsione di bilancio 2023 dell’Emilia-Romagna supera il miliardo di euro e, incredibilmente, aumenta anche rispetto a quello da circa 800 milioni del 2022, quando il tutto era giustificato dalla gestione dell’emergenza Covid. Oggi no. Per quanto riguarda il bilancio preventivo dell’Azienda USL di Modena, il disavanzo stimato sfiora i 100 milioni, 98 per l’esattezza. In aumento. Disavanzo che la Regione vorrebbe ridurre attraverso quei finanziamenti che la Giunta Regionale, si riserva di assegnare alle aziende sanitarie con ulteriori azioni di sostegno; azioni che, come evidenziato nel corso della Commissione salute della Regione, dovrebbero consentire di contenere a circa 300 milioni di euro il disavanzo complessivo di tutte le aziende sanitarie della Regione.