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CHIESA DI SAN FRANCESCO: “VA RICOSTRUITA COM’ERA, È UN SIMBOLO PER LA CITTÀ. CUSTODISCE MEMORIE E RICORDI DI INTERE GENERAZIONI” - Indicatore Mirandolese

CHIESA DI SAN FRANCESCO: “VA RICOSTRUITA COM’ERA, È UN SIMBOLO PER LA CITTÀ. CUSTODISCE MEMORIE E RICORDI DI INTERE GENERAZIONI”

“San Francesco è un simbolo per Mirandola, per la Bassa modenese e a livello nazionale. È una delle prime tre chiese francescane italiane, deve essere ricostruita com’era”. Il parere dei cittadini sul progetto di ricostruzione della Chiesa di San Francesco è pressoché unanime. Poche le voci fuori dal coro disposte ad accettare il campanile a forma di parallelepipedo, come da progetto redatto dalla ditta Gnosis di Napoli. La quale, tuttavia, a fronte della petizione presentata col sostegno di Italia Nostra si è detta disponibile a correggere il tiro, sia del campanile, sia della parete sud dell’edificio pensata in vetro e mattoni.

“La cosa strana, se così possiamo definirla – commenta Stefano Caleffi, tra i firmatari della petizione – è che dopo il sisma i proprietari di edifici tutelati dalla Soprintendenza hanno faticato non poco a redigere il progetto di ricostruzione del proprio manufatto proprio a fronte delle dettagliate richieste della Soprintendenza di attenersi scrupolosamente al progetto originale. Un mattone spostato di un centimetro faceva la differenza. Nel caso della chiesa di San Francesco, invece, e qui sta la stranezza, la si potrebbe ricostruire anche diversamente dall’originale, modernizzandola, ma è sbagliato. La nostra chiesa è depositaria della memoria e dei ricordi di intere generazioni di mirandolesi.”

“La memoria è vita – Come dichiarano i coniugi Gilberto e Annalisa Giovannini – In quella chiesa ci sono ricordi bellissimi, indimenticabili. Lì, io e mia moglie abbiamo festeggiato i nostri 25 anni di matrimonio, e per un lungo periodo, alle 7 del mattino, frequentavamo la santa messa celebrata dai Padri Comboniani, senza scordare i nostri cari frati francescani, con fra’ Rino che col suo carretto andava alla questua. Da bambini, poi, si andava a giocare sul sagrato e chi potrà mai dimenticare quei tempi, e quelli più recenti, prima del sisma?  L’integrità storica del San Francesco va preservata”.

Dello stesso parere è Alberto Tomasini.  “Il San Francesco è nella memoria collettiva, è un simbolo, e non c’è mirandolese, al di là della fede, che non desideri poterla rivedere per ammirarla. Speriamo che presto possano essere avviati i lavori”.

Anna Artioli Vecchi ha ricordi che la riportano all’infanzia: “La Chiesa è nel cuore di tutti. Se chiudo gli occhi rivivo l’interno in stile gotico e la torre campanaria sormontata da un tetto conico nel quale era stata conficcata una antica spada, chissà in quale epoca storica, che fortunatamente non è andata perduta. Il campanile deve tornare a noi come lo abbiamo sempre visto e conosciuto, con le vestigia di sempre, come la parete sud della chiesa. Se ai proprietari di beni storici viene chiesto, in fase di ricostruzione, di rispettare l’estetica originale in modo puntiglioso, tanto più la nostra Chiesa, che deve essere restituita a noi cittadini così come l’abbiamo da sempre conosciuta e amata.”