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DA S. GIACOMO RONCOLE A ALL’UNIVERSITÀ DI EVORA IN PORTOGALLO: DANIELE BORTOLI È FISICO DELL’ATMOSFERA - Indicatore Mirandolese

DA S. GIACOMO RONCOLE A ALL’UNIVERSITÀ DI EVORA IN PORTOGALLO: DANIELE BORTOLI È FISICO DELL’ATMOSFERA

Laureatosi con Zichici, oggi è docente al Dipartimento di Fisica. “La terra – dice – ‘pulsa’, da millenni è in continua trasformazione” 

All’età di 31 anni è stato per la prima volta in una terra dove il sole, anche a mezzanotte, si riflette su sterminate distese di ghiaccio e mare. Daniele Bortoli, 56 anni, fisico dell’atmosfera, sangiacomese doc e portoghese d’adozione, ricorda ancora con entusiasmo quella sua prima missione polare. “Mi trovavo nella base italiana ‘Mario Zucchelli’, relativamente vicino al Polo Sud, con la 14esima spedizione del programma nazionale di ricerche in Antartide coordinato dal CNR e dall’ENEA per studiare il buco dell’ozono e i gas minori dell’atmosfera. È stata una esperienza indimenticabile, ricordo ancora l’emozione alla vista della curvatura terrestre, che è possibile apprezzare in quell’area del pianeta”.

Spettrometro alla mano per controllare le turbolenze atmosferiche, i gas e alcuni elementi dell’atmosfera dopo quella prima spedizione Bortoli, tesi di laurea con il famoso scienziato Antonino Zichichi, in Antartide è stato altre cinque volte. Ha partecipato anche a quattro spedizioni in Artide, quasi al Polo Nord, di cui una alla stazione italiana ‘Dirigibile Italia’ (Ny Alesund – Isole Svalbard) e altre tre per campagne di misura di progetti europei, oltre a una quindicina di altre spedizioni in altre aree dell’Europa, e non solo. Una vita, la sua, vissuta parzialmente tra il 74esimo e il 77esimo parallelo, sia Nord che Sud, anche se il suo lavoro istituzionale è quello di professore al Dipartimento di Fisica dell’Università di Evora, in Portogallo, dove vive con la moglie portoghese, con la quale condivide lavoro, titolo di studio e interessi scientifici e i due figli, Filippo e Sofia. Collaboratore scientifico per ‘Progetti in Antardide’ con Paesi quali India, Bulgaria, Nuova Zelanda oltre che Italia e Portogallo, il professor Bortoli oltre a essere impegnato in vari progetti internazionali sviluppa e calibra strumenti scientifici.

Professor Daniele Bortoli, in particolare di cosa si occupa?

“Degli effetti della radiazione solare e dei composti atmosferici sul clima e sulla meteorologia. Le misure di radiazione ottenute con diversi spettometri, che ho sviluppato e realizzato in questi ultimi 20 anni, mediante una tecnica che si chiama spettroscopia di assorbimento ottico differenziale forniscono informazioni sulla distribuzione verticale e contenuto colonnare di vari gas, ozono, biossido di azoto e altri componenti gassosi minori che contribuiscono ai processi fisico-chimici in atmosfera. Negli ultimi 10 anni mi sono occupato anche di tecnologia Lidar, che permette di ottenere profili di distribuzione verticale e caratterizzazione microfisica delle particelle (aerosols) in atmosfera.”

Si parla tanto di cambiamenti climatici. Sono una novità o esistono da secoli? 

“Sono sempre esistiti visto che il nostro pianeta ‘pulsa’ ed è in continua trasformazione, come possiamo ben vedere da terremoti, vulcani e movimenti delle placche continentali, e anche il sole ha il suo ciclo a parte quello delle macchie solari.”

Nulla di nuovo quindi… 

“Se non che in passato i cambiamenti avvenivano per intervalli di tempo lunghi, di fatto ere geologiche o comunque diversi secoli, e non si era mai evidenziato un cambiamento come quello che sta avvenendo negli ultimi decenni, ma questa è una disquisizione che richiederebbe ore e comunque la maggioranza degli scienziati è dalla parte dell’IPCC (Internazional Panel for Climate Changes).”

La causa sarebbe antropica, cioè dipendente dall’uomo?

“L’ICPP se ne è uscito con un numero terrificante, pari al 98%, di causa antropica del riscaldamento globale, ma ha anche chiarito che le incertezze associate a questo numero sono assai consistenti lasciando parte della comunità scientifica nel dubbio.”

Com’è lo stato dell’atmosfera?

“Innanzitutto bisogna valutare che non è possibile considerare l’atmosfera come un ambiente isolato dal resto del pianeta. Si estende per un paio di centinaia di chilometri in diversi strati che presentano caratteristiche diverse. In atmosfera vengono emessi gas e particelle sia da agenti naturali, i suddetti vulcani e altri fenomeni geofisici, come da agenti antropici, e basta pensare alle emissioni sicuramente nocive causate dalle guerre passate e in corso.”

Come giudica quindi lo stato dell’atmosfera?

“Non buono, e non è buono neppure lo stato degli oceani, basti pensare alle isole di rifiuti plastici nell’Oceano Pacifico, e come non pensare a un crescendo di installazione di pannelli solari allo scopo di produrre energia pulita, ma che poi si mangia ‘scodelle’ di kilowatt? Quindi la nostra preoccupazione non deve essere solo per l’ambiente atmosferico ma per lo stato del pianeta come un tutto.”