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SILVIA DIAZZI: DA MIRANDOLA AL MONDO, PER APPRENDERE CON UMILTÀ E RISPETTO LA CULTURA DEI POPOLI - Indicatore Mirandolese

SILVIA DIAZZI: DA MIRANDOLA AL MONDO, PER APPRENDERE CON UMILTÀ E RISPETTO LA CULTURA DEI POPOLI

“Spesso pensiamo di conoscere gli altri, le loro culture, oppure li giudichiamo, quando occorrere solamente farsi spiegare le cose”

Mentalità aperta per uscire dal seminato con la voglia dentro di esplorare oltre i confini territoriali per spingersi ad entrare in contatto con gli altri alla ricerca di nuove esperienze. È questo il tratto che più significativo e coinvolgente che emerge parlando con la mirandolese Silvia Diazzi che ha girato il mondo, nel senso della parola, per apprendere, da nuove culture il vero valore della vita, importante per adattarsi alle nuove tecnologie e acquisire il pensiero critico necessario per risolvere ogni tipo di situazione.

“Dopo la triennale – racconta Silvia al telefono, perché ora si trova in Grecia – il desiderio principale era quello di conoscere, e di apprendere, la cultura dei popoli, non ero interessata ai voti, seppur importanti, quanto ad avere un bagaglio multidisciplinare in grado di esprimere il mio valore. Un grande insegnamento che ho imparato viaggiando e trasferendomi all’estero, spesso da sola – confida Silvia – è quello dell’umiltà del chiedere e dell’ascoltare. Molto. Invece fare un gesto di umiltà è dire: questo non lo so, me lo spieghi? È qualcosa che crea connessione, comunicazione e opportunità di imparare. Questo modo di essere si può applicare a tanti altri ambiti della vita come la scuola, l’università e il lavoro.”

Silvia è un fiume in piena nel raccontare le sue esperienze che spera possano essere d’aiuto a tanti giovani come lei. “Mi è capitato – riprende Silvia – di ritrovarmi in un villaggio (davvero piccolo) in Siberia vicino al lago Baykal con le mie compagne di viaggio e avevamo già dato per scontato di dormire in un ostello locale, ma siamo arrivate ed era tutto chiuso. Abbiamo chiesto in giro e la nonna di una ragazza ci ha ospitate nella sua casa di legno, ricordo che aveva il bagno fuori, all’aperto, in giardino e ci ha preparato delle patate al forno, le più buone mai mangiate! Immaginatevi una signora di una certa età che ospita tre ragazze straniere che non conosce nella sua casa e gli prepara la cena con un affetto infinito. Ecco è questa l’umiltà di un gesto di affetto e di dolcezza, il fidarsi degli altri e l’aprire la propria casa (e il proprio cuore) verso ciò che non conosciamo.”

Una esperienza davvero indimenticabile è quella vissuta da Diazzi in Africa, dove la storia e la scienza convergono sui natali dell’uomo. “I Maasai sono una tribù tradizionalmente nomade che vive in Africa Sub Sahariana – dice Silvia – Ho avuto la fortuna di conoscere alcuni di loro quando ho visitato una zona centrale del Kenya l’anno scorso e di conoscere meglio la loro cultura ed il loro modo di vivere. Nello specifico, il rapporto che i Maasai hanno con la natura è davvero affascinante e ancestrale. Parlare di cambiamento climatico con chi la natura la vive e la conosce così a fondo ha un effetto ancora più viscerale. Soprattutto se si considera che i Maasai sono pastori nomadi e conoscono bene l’alternarsi delle stagioni, delle piogge, del caldo e del freddo nei luoghi che frequentano. Nel corso dei miei studi mi sono spesso imbattuta nella possibilità di utilizzare le conoscenze locali e tradizionali per far fronte alle sfide dei cambiamenti climatici globali. È un concetto che però tante volte rimane nei libri e poco nella politica e nelle azioni concrete. Grazie a questo incontro – conclude – ho potuto comprendere veramente il significato di queste conoscenze, ma soprattutto cosa significa vivere in armonia e rispetto con la natura. Ai giovani suggerisco di avere sempre dentro di sé il desiderio di esplorare, di buttarsi e imparare ad ascoltare e con umiltà dire: ho sbagliato, pensavo diversamente da quello che la realtà mostrava. Ricredersi e ripartire, questo insegna viaggiare e vivere a contatto con luoghi e situazioni che mostrano il volto della verità quando si vivono nella pienezza del tempo.”

Chi è questa mirandolese giramondo, “Digital nomad”

Silvia Diazzi è una ragazza di Mirandola, che a 21 anni è partita per scoprire il mondo, e il mondo le è rimasto dentro. Ora è difficile definire Silvia senza i viaggi e le esperienze all’estero, perché le hanno cambiato la vita e ora fanno parte di lei. Ha una laurea triennale in Lingue e Commercio Internazionale, un Master in Economia e Sviluppo Sostenibile e ha terminato da poco un Master Erasmus Mundus in Studi Africani. Durante l’università ha vinto 4 borse di studio per studiare all’estero, nello specifico a Boston (USA), Tomsk (Russia), Budapest (Ungheria) e Stellenbosch (Sud Africa). Ha lavorato a Bruxelles per la Commissione Europea, a Praga per una azienda di certificazioni. Ora lavora in una startup tech da remoto, di Atene. Può definirsi una “digital nomad” ovvero, le bastano un PC e la connessione a internet per poter lavorare ovunque.