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CON VENARIA SI PARLA DI OPERE RESTAURATE - Indicatore Mirandolese

CON VENARIA SI PARLA DI OPERE RESTAURATE

Doppio incontro con gli esperti de “La Venaria Reale” venerdì 20 febbraio e venerdì 6 marzo 2015 alle ore 17 nell’Aula Santa Maria Maddalena, per conoscere due delle opere di “Per amore dell’arte. Il restauro di tre capolavori di Mirandola”. La mostra è stata organizzata dal Comune di Mirandola e dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia ed è visitabile fino al 31 marzo presso l’Aula Santa Maria Maddalena. L’esposizione è resa possibile dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola (main sponsor), dell’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Modenesi, delle aziende BBraun e Cima SpA, ed è realizzata in collaborazione con Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” (CCR) e Reggia di Venaria, Franco Cosimo Panini Editore, che ha pubblicato il catalogo, e Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Mirandola.

Tra le opere in esposizione, i dipinti raffiguranti la Conversione di Saulo di Sante Peranda e la Madonna col Bambino in gloria e Santi di Annibale Castelli sono stati restaurati dopo il terremoto del 2012 che ha colpito i territori emiliani grazie all’intervento del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” (CCR) e al sostegno della Reggia di Venaria, da tempo impegnati in progetti di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico artistico.

In che modo è avvenuto il restauro dei dipinti? Lo illustreranno in due incontri venerdì 20 febbraio e venerdì 6 marzo 2015 alle ore 17 Stefania De Blasi, responsabile del Centro di Documentazione e Michela Cardinali, Direttore dei Laboratori di Restauro del CCR.

Spiega Stefania De Blasi: “Una lettura più attenta della tela di primo Seicento raffigurante la Madonna col Bambino in gloria e Santi ha consentito di confermarne l’attribuzione: tradizionalmente riferito ad ambito emiliano, grazie al recupero avvenuto con il restauro il dipinto viene oggi con maggior certezza ricondotto al pittore bolognese Annibale Castelli”.

Sulla Conversione di Saulo, opera del 1612 del pittore veneziano Sante Peranda – sottolinea Michela Cardinali – il restauro ha permesso di recuperare le qualità pittoriche originali del dipinto, mentre gli approfondimenti diagnostici condotti in corso d’opera hanno rivelato alcuni elementi inediti, come per esempio la presenza di una pittura sottostante a quella che vediamo oggi, a indicare il riutilizzo di una tela già precedentemente dipinta”.