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INFLUENZA "IN RITARDO" RISPETTO ALLA PASSATA STAGIONE - Indicatore Mirandolese

INFLUENZA “IN RITARDO” RISPETTO ALLA PASSATA STAGIONE

I dati relativi all’epidemia di influenza nella quarta settimana del 2019 mostrano una curva in fase di crescita, in ritardo rispetto a quello della passata stagione quando il picco si era verificato intorno alla seconda settimana dell’anno.

«Siamo in una fase medio-alta dell’epidemia – spiega Giovanni Casaletti, direttore del Servizio di Igiene pubblica dell’Ausl di Modena – ma la curva epidemica ha iniziato a salire più tardi rispetto al 2018 ed è ancora, per il momento, inferiore a quella della scorsa stagione influenzale. Non possiamo sapere se questo sia riconducibile a uno spostamento in avanti del picco, che dunque potrebbe arrivare nelle prossime settimane, oppure se i dati di incidenza cominceranno a entrare entro breve in una fase discendente».

Il numero di casi stimati dall’Istituto superiore di sanità nella quarta settimana di gennaio a livello nazionale è pari a circa 725.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza (15 ottobre 2018), di circa 3.605.000 casi con un livello di incidenza, pari a circa 12 casi per mille assistiti. Sono stati finora segnalati 191 casi gravi da influenza confermata di cui 39 deceduti. Nel 77 per cento dei casi gravi e nell’82 per cento dei deceduti era presente almeno una condizione di rischio preesistente (diabete, tumori, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, obesità) e l’84 per cento dei casi risulta non vaccinato. Quattro casi gravi si sono verificati in donne in stato di gravidanza.

«In questa fase – aggiunge Casaletti – diviene fondamentale attivare tutte quelle misure di protezione e precauzione utili a limitare la diffusione del virus: lavarsi spesso le mani con il sapone, coprirsi naso e bocca ogni volta che si starnutisce o tossisce e poi lavarsi le mani; utilizzare fazzoletti monouso, gettarli nel cestino e lavarsi le mani. In caso di sintomi riconducibili all’influenza, infine, è sempre importante limitare i contatti con altre persone, soprattutto se fragili come bambini e ragazzi, anziani, donne in gravidanza e persone immunodepresse».

Comportamenti scorretti, come volersi recare al lavoro a tutti i costi o continuare nelle proprie attività quotidiane ignorando i sintomi, oltre a contribuire alla diffusione dell’influenza, espongono anche chi è ammalato al rischio di contrarre altre infezioni batteriche, peggiorando una situazione dalla quale ci si riprende, generalmente, con il riposo. Per la cura dei sintomi è sempre indicato rivolgersi al medico curante o alla guardia medica, recandosi al Pronto Soccorso solo quando strettamente necessario.

Nella nostra Regione, a epidemia 2017-2018 conclusa, nella passata stagione si sono verificati 135 casi gravi: tra coloro che presentavano precedenti fattori di rischio, il 73 per cento non risultava vaccinato. In provincia di Modena lo scorso anno l’epidemia ha colpito 82mila persone con 19 casi gravi e cinque decessi a testimonianza della sua pericolosità e dei costi sociali, elevatissimi. Quest’anno risultano alla data di oggi tre casi gravi e un solo decesso.

Primi dati provvisori di adesione alla campagna per la vaccinazione antinfluenzale

Quest’anno l’Ausl ha acquistato complessivamente 133.500 dosi. Nel 2017-2018 erano state vaccinate in provincia circa 116.000 persone.

Minori: Sono 1.170 le dosi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, complessivamente, su tutti i minori di età superiore ai sei mesi: i vaccinati sono circa 17.500. A oggi sono state 2.340 le dosi somministrate dalla Pediatria di Comunità dell’Ausl a minori a rischio, contro le 1.831 dell’anno precedente (+28 per cento).

Anziani, gravide e persone ad alto rischio: da una prima recente rilevazione rispetto allo stesso periodo della precedente campagna vaccinale, alcuni dati paiono incoraggianti: sembrano in aumento i dati relativi agli anziani ricoverati presso strutture assistenziali (+47,4 per cento) e alle donne in stato di gravidanza (246 gravide vaccinate, con aumento del 110 per cento rispetto al 2018). Aumenta del 16 per cento la vaccinazione di famigliari di persone ad alto rischio, passati da 2.676 a 3.109, mentre gli addetti ai servizi pubblici sono cresciuti da 2.242 a 2.678 (+19 per cento). 1.151, infine, gli operatori Ausl vaccinati a oggi.