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UNA TESI PER RICOSTRUIRE CAVEZZO - Indicatore Mirandolese

UNA TESI PER RICOSTRUIRE CAVEZZO

Entrambi avevano la tesi praticamente già pronta, ma da “terremotati” hanno deciso di “buttare” tutto e di dedicarsi ad uno studio innovativo, dedicato all’evento che ha cambiato le loro (e le nostre) vite. Sara Pivetti di Medolla e Carlo Porcari di Mirandola sono due neolaureati in Architettura al Politecnico di Milano. La tesi con la quale hanno ottenuto la Laurea magistrale si intitola “5.9. Trasformazione di un problema in opportunità” ed è la prima, a quanto ci risulta, dedicata al sisma dell’Emilia.

Il loro è un lavoro di ricerca particolarmente complesso. In pratica hanno preso il territorio comunale di Cavezzo, hanno analizzato l’impatto del terremoto su di esso, ne hanno studiato i danni ed hanno progettato la fase dell’emergenza, sia per quanto riguarda le strutture temporanee residenziali che quelle commerciali. Infine, hanno volto il loro sguardo sul lungo periodo, pensando al possibile sviluppo del centro ed in particolare del Palazzo che si affacciava sulla Piazza del Monumento e che è sprofondato di due piani.

In pratica, hanno realizzato almeno tre tesi in una: impatto del sisma, progetti temporanei e ricostruzione. «Abbiamo avuto un grande appoggio dai nostri docenti, che hanno accolto molto positivamente l’idea di occuparci del sisma», spiegano Sara e Carlo. La loro tesi (relatore il prof. Stefano Stabilini) ha richiesto diversi mesi di lavoro ma la soddisfazione, durante la discussione, è stata tanta.

«Il giorno della presentazione è stato per tutti un momento toccante», dice Carlo, ricordando il silenzio che era sceso nell’aula ma anche l’animata discussione che è nata dalle proposte, per molti versi innovative, dei due neoarchitetti. Sara e Carlo ora vorrebbero contribuire alla rinascita di Cavezzo, come hanno spiegato qualche giorno fa anche al Sindaco Stefano Draghetti, che ha ascoltato con attenzione e disponibilità le loro proposte. Una delle parti più innovative del loro lavoro è legata al futuro della Piazza e del Palazzo.

«Nel concept del nostro edificio – proseguono – abbiamo voluto inserire alcuni aspetti che in modo indiretto riconducono all’evento sismico in modo da segnare un passaggio ed un cambiamento, ma senza dimenticare per le future generazioni quello che è accaduto lo scorso maggio». La nuova Piazza, nell’idea dei due architetti, sarebbe completamente pedonale. La sua progettazione cercherebbe di riprodurre in maniera concettuale il tessuto agricolo, prendendo un’immagine aerea delle campagne cavezzesi, riducendone la risoluzione fino a creare grossi “pixel”di colori diversi e realizzando poi una pavimentazione basata su quello schema.

Il tutto sarebbe tradotto in piccole zone verdi con essenziali ma eleganti “salotti urbani”. L’edificio gravemente lesionato dal sisma, invece, sarebbe ricostruito con nuovi criteri, intorno ad una galleria di 11 negozi ed appartamenti di varie metrature e tipologie. La sfida, come si legge in un passaggio della tesi, è quella di realizzare non solo una struttura adeguatamente antisismica, ma anche un fabbricato completamente sostenibile dal punto di vista energetico e che avrà un impatto positivo sull’ambiente, sul sociale e sull’economia». Costruzioni più sicure e sostenibili e centri storici più belli di prima, trasformando un problema in un’opportunità: la lezione del terremoto, almeno stando al lavoro dei due giovani laureati del Politecnico, è stata appresa e ha prodotto idee apprezzabili.

Al link ( http://www.youtube.com/watch?v=W0LfyJ0hLsA) è  possibile visionare il video sul terremoto, realizzato dai due ragazzi e proiettato in anteprima nel corso della discussione della tesi.

 

 

 

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