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UN ADDIO COMMOSSO A CARLA CALEFFI - Indicatore Mirandolese

UN ADDIO COMMOSSO A CARLA CALEFFI

Se n’è andata a soli 48 anni, lo scorso 21 febbraio, Carla Caleffi, persona molto conosciuta a Mirandola e circondata da grande affetto. Se n’è andata senza “disturbare nessuno”, in punta di piedi, ma la sua morte non è passata affatto inosservata: la sala comunità di via Posta, per i funerali, era gremita di amici, che si sono stretti alla mamma Rosa Paltrinieri, al papà Franco e alla sorella Dalida.

Il funerale è stato celebrato dal vescovo di Cesena-Sarsina Douglas Regattieri (molto legato alla famiglia di Carla), visibilmente commosso, sull’altare insieme a tanti sacerdoti e diaconi, con i quali Carla ha trascorso tanti momenti di amicizia e confronto. Mons. Regattieri ha raccontato il suo sconforto alla notizia della morte di Carla: «La ricordo come una persona sempre positiva. Ha frequentato le fila dei “piccoli”, dei poveri, di coloro che credono in Gesù come unica speranza e roccia».

Carla era un’istituzione per tutta la comunità cattolica. Per molti anni il suono della sua chitarra ha accompagnato le funzioni religiose: chiamarla a suonare significava infatti avere la certezza della ottima riuscita della cerimonia. La sua voce ha risuonato a lungo prima in Duomo poi nella sala di comunità, accompagnando ogni genere di funzione. Quante volte suonava addirittura per due turni di comunioni o cresime!

Il suo sorriso accoglieva e avvolgeva tutti, fin da lontano. In tanti ricordano ancora le parole buone che aveva, soprattutto per i bambini: a quanti ha detto “Amore della zia”; in quanti hanno ricevuto e appeso alle pareti di casa le sue benedizioni papali, richieste al Vaticano in occasione di matrimoni, battesimi, cresime o comunioni.

Aveva la battuta sempre pronta, amava stare in compagnia, apportando sempre quel “qualcosa in più”. Era piacevole stare con lei: ecco perché manca così tanto.

Persona diretta, sincera, onesta e trasparente, non c’erano in lei doppiezze. Proprio per questo era ascoltata e rispettata.

Buona e generosa, ha vissuto la sua fede nella pratica di tutti i giorni, mettendosi dalla parte degli ultimi.

È stata una ragazza coraggiosa, che ha combattuto la malattia con la forza di un gigante, con il sorriso, con la forza d’animo delle persone di speranza, cercando di non pesare su nessuno.

Farà effetto ritornare nel “suo” Duomo, che lei ha tanto amato, senza di lei. Ci accompagna la speranza, che è certezza, che lei, comunque, c’è ci sarà sempre, così come c’è sempre stata per tutti, senza mai tirarsi indietro, ma spendendosi, col sorriso, per tutti, in un servizio esemplare alle persone e alla parrocchia.

Marcella Bertolini