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THE WOLF OF WALL STREET - Indicatore Mirandolese

THE WOLF OF WALL STREET

Regia: Martin Scorsese.

Con: Leonardo Di Caprio, Margot Robbie, Jonah Hill, Jean Dujardin, Matthew McConaughey.

Usa, 2013, commedia, colore, 180 min.

Destinato a dividere ed a far discutere molto, The Wolf of Wall Street, ultima fatica della coppia Scorsese-DiCaprio (qui anche in veste di produttori) è un film che parla di eccessi e lo fa in modo eccessivo. E’ la storia vera di Jordan Belfort, trasferitosi a New York a metà degli anni ’80, che in seguito al crollo della borsa del 1987 perde il suo impiego come broker in un’importante società e decide di fondare un’azienda nuova. Arriva al successo sfruttando le sue abilità di persuasore, ma soprattutto truffando e imbrogliando senza farsi alcuno scrupolo. Una maratona di tre ore tra consumo di droghe, sesso, feste e accumulo di denaro. Martin Scorsese racconta la New York dell’alta finanza come fosse una moderna Sodoma e lo fa con uno sguardo distaccato, ironico, perfino divertito, evitando moralismi. Il tono è quello usato in Quei bravi ragazzi e Casinò, ma il regista lo porta all’esasperazione, raggiungendo punte di grottesco che sfociano nel comico. Si ride molto e amaramente in questa pellicola, tra festini a base di cocaina e spreco sfrenato di soldi. Forse è questo il motivo principale per cui il film è stato accusato di essere l’immorale mitizzazione di un criminale. Ma quella di Scorsese è chiaramente una provocazione e se lo spettatore rimane indignato significa che il messaggio funziona. La differenza principale rispetto ai suoi gangster-movie è che il finale è ancora più pessimista. Belfort sconta una pena minima e uscito dal carcere trova ancora eserciti di “nessuno” pronti ad ascoltarlo ed imparare da lui. Il denaro fa gola a tutti. Intorno a Leonardo DiCaprio, qui ai vertici del suo istrionismo, Jonah Hill e Matthew McConaughey sono comprimari memorabili. Alcune sequenze d’antologia, su tutte l’overdose di “quaalude”. Cinque nomine agli Oscar, pioggia di premi e primo posto ai box office italiani per due settimane.

 

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