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"RIPARTIAMO DA TRE GRANDI PROGETTI PER MIRANDOLA" - Indicatore Mirandolese

“RIPARTIAMO DA TRE GRANDI PROGETTI PER MIRANDOLA”

Più sicurezza, collegamento veloce con le autostrade, patto territoriale per lo sviluppo: sono queste le tre priorità che il sindaco di Mirandola, Maino Benatti, indica per la città all’indomani del voto delle elezioni politiche del 4 marzo 2018.

Partiamo proprio dalle elezioni. I suoi primi messaggi sono stati di ringraziamento a chi ha garantito il corretto funzionamento del voto a Mirandola e di complimenti agli eletti del collegio.

«Credo che al primo posto venga il rispetto delle istituzioni, che vanno sempre salvaguardate a prescindere dal risultato, che può piacerci o no».

Come legge il voto per il Pd e il centrosinistra?

«è stato uno tsunami politico. È evidente che anche in Emilia-Romagna una fetta di elettori ha cambiato riferimenti politici e non ci sono più le certezze di prima. Una parte del centrosinistra non è stata capace di interpretare la realtà, di capire che il momento di crisi in cui viviamo ha cambiato il modo di vita dei cittadini e anche la lettura della politica. Gli elettori hanno quindi votato di conseguenza. Poi è anche vero che una cosa sono le politiche e una le amministrative. Si veda il caso del Lazio, dove il voto per la Regione è stato molto diverso da quello per il Parlamento».

Cosa dovrebbe fare il Pd?

«Il Pd ha avuto il merito di caricarsi sulle spalle questo Paese in un momento drammatico della sua storia. Vorrei ricordare che nel 2011, con il governo Forza Italia-Lega, l’Italia rischiò il default, da cui ci si salvò con le dimissioni del presidente del Consiglio Berlusconi. Il Pd ha fornito risposte a mio avviso importanti, ma non è riuscito a creare consenso. Ora, dopo la sconfitta, i dirigenti hanno fatto bene a fermarsi un attimo per pensare a cosa fare. È necessario tornare a fare politica, ripartendo da un’idea riformista. Bisogna mettersi a lavorare con voglia di innovare, avendo ben presenti i tre punti di riferimento a mio giudizio imprescindibili: Europa, Costituzione e necessità di una più equa redistribuzione della ricchezza e del peso delle tasse».

Se fosse lei a decidere, cosa farebbe in questa situazione di stallo tra Cinque Stelle e Lega? A chi darebbe un eventuale appoggio?

«Con la Lega siamo alternativi e non vedo possibilità di intesa. Per i Cinque Stelle mi riconosco invece nelle parole di Fassino: i cittadini hanno dato ad altri l’onere di governare e quindi non è il Pd a dover proporre qualcosa, ma se ci faranno una proposta di responsabilità, valuteremo».

Come giudica il voto a livello locale?

«Il centrosinistra (inteso come tutte le forze che si riconoscono in quell’area, compreso Liberi e Uguali) e il centrodestra sono sostanzialmente alla pari. Non era mai successo. Tra un anno si vota per le Europee, per la Regione e per il Comune.  Il Pd deve saper cogliere il cambiamento e offrire, anche a livello locale, una soluzione a problemi che attendiamo da troppo tempo».

Partiamo dal primo: la sicurezza.

«è un problema reale, anche se i dati nazionali ci dicono che i reati sono in calo. In questi anni abbiamo fatto notevoli investimenti, comunque al nuovo governo chiederemo quello che stiamo chiedendo da 20 anni a tutti i governi: ovvero di garantire più personale al commissariato di Mirandola. La polizia non ha un organico adeguato all’importanza e alla complessità del territorio. Bisogna che da Roma arrivino finalmente delle risposte. Staremo a vedere se chi ha cavalcato l’onda dell’insicurezza sarà poi bravo come ha detto in campagna elettorale, quando dovrà governare».

E la grande viabilità? A che punto è la Cispadana?

«La nostra priorità rimane il collegamento di questo territorio con le grandi vie di comunicazione europee. Il lavoro fatto per la Cispadana è stato importante, ma non so se oggi i privati sono ancora disponibili ad andare avanti con la realizzazione. Comunque sia, il pubblico deve fare la sua parte, perché non è possibile attendere ancora. La priorità è il collegamento con il casello Reggiolo-Rolo sull’Autostrada del Brennero. Le soluzioni potrebbero essere tre: la prima è la realizzazione di un primo stralcio della Cispadana; la seconda è una bretella autostradale realizzata insieme ad Autobrennero; la terza la realizzazione di una superstrada, che però ha problemi di finanziamento e manutenzione».

 Va bene l’Autostrada del Brennero, ma molti chiedono interventi sulla Statale 12.

«è per questo che i sindaci e la Provincia hanno sollecitato Anas a procedere, oltre che alla manutenzione straordinaria, anche con la realizzazione di progetti strutturali oggi fermi, relativi alle tangenziali di San Prospero e Sorbara. La buona notizia è che è stato finanziato il primo stralcio del secondo lotto della tangenziale ovest di Mirandola, che consentirà di eliminare il traffico che ancora grava sul centro storico, completando l’anello intorno all’abitato».

E per la linea Bologna-Verona?

«In questi anni il servizio ferroviario è molto migliorato. Ora bisogna che, almeno in alcuni orari di punta, le corse siano più frequenti, trasformando di fatto questa linea in una “metropolitana leggera”».

Lei ha parlato anche di un nuovo patto territoriale…

«Occorre unire tutte le forze (Comuni, imprese, sindacati, associazioni di categoria) per mettere in fila le priorità e aumentare la competitività di questo territorio, impegnandoci a creare lavoro e benessere per i nostri cittadini. Il tavolo si è già insediato a livello di Unione dei Comuni».

Quali obiettivi avete in mente, con questo patto?

«Molti, ma ne cito solo tre: sviluppo turistico dopo la ricostruzione, implementazione del Tecnopolo e dei rapporti con le università, promozione di un’agricoltura di qualità con progetti competitivi in grado di attrarre risorse europee».

A proposito di ricostruzione, a che punto siamo?

«Com’è noto, l’ordine che ci eravamo dati prevedeva al primo posto scuole e lavoro, al secondo case e al terzo patrimonio storico-monumentale. La prima parte è conclusa. Dopo le scuole, anche la ricostruzione delle imprese è sostanzialmente terminata. Per le case siamo all’87 per cento dei contributi concessi sul totale delle domande presentate. Per la parte storico-monumentale sono stati stanziati dal governo Gentiloni altri 350 milioni di euro, che ci consentono di coprire l’intero fabbisogno economico dei beni di proprietà del Comune e degli altri enti».

Le inchieste mostrano che qualcosa non ha funzionato nella ricostruzione…

«Non tutti sono santi, purtroppo; tuttavia, è importante che la politica di questo territorio abbia messo in campo i meccanismi necessari per far emergere i “furbetti”. Bisogna continuare così, con controlli continui, per una ricostruzione equa, trasparente e onesta».

E il patrimonio comunale? I progetti procedono?

«Il polo della cultura con la biblioteca, in piazza Garibaldi, è in gara; altri tre progetti (Teatro, ex municipio ed ex Gil) sono in Regione, all’attenzione della commissione congiunta; stiamo ultimando il progetto dell’ex Milizia; abbiamo avuto la certezza della copertura economica della chiesa del Gesù e dello stabile di via Montanari. Poi ci sono altri progetti come l’acquisizione dal Demanio dell’area di Portovecchio, a San Martino Spino, per realizzare iniziative innovative nel settore dei servizi alla persona, insieme ai privati».

Chi sarà il prossimo candidato sindaco?

«Io credo sia ancora prematuro dirlo. Si vedrà verso la fine dell’anno».

Alberto Setti