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"REPETITA IUVANT" - Indicatore Mirandolese

Molti cittadini ci chiedono come è messo l’ospedale di Mirandola, nonostante un referendum e fiumi di inchiostro e parole spese a tal proposito. Cercheremo quindi di essere sintetici ma chiari! In parole molto semplici l’ospedale di Mirandola è stato declassato a “ospedale di prossimità’”, che vuole dire: non avrà più i reparti di un tempo, tipo Cardiologia per dirne uno, ma due reparti omogenei uno di Chirurga e uno di Medicina, Punto nascite è a parte. Noi dipendiamo direttamente dall’ospedale di Carpi. Tutto questo è servito ad una cosa solo: risparmiare.

Dal 2012 sono stati soppressi 68 posti letto, 44 infermieri e non si sa quanti medici. Il risparmio è stato fatto sulle esigenze dei cittadini dell’area nord. Questa è la sintesi, tutto il resto sono balle per indorare la pillola. P.S. Se abbiamo ancora una sala operatoria attiva 24 h è solo perché ci hanno dato la proroga fino alla fine del 2019 per il punto nascite. Per cinque anni nessuno in Regione, si è mai lamentato dei tagli trasversali effettuati dal governo Renzi/Gentiloni alla sanità pubblica e siamo disposti a scommettere che le proteste (ora che non governano più) non tarderanno a fioccare copiose e accorate. Situazione autostrada Cispadana cercheremo di essere sintetici e faremo un’analisi per punti. Il tracciato del 1963 era nato per una strada a scorrimento veloce a due corsie. Un’autostrada è una forzatura dimostrata anche dal fatto che i piani regolatori dei Comuni hanno lasciato costruire a pochi metri dal tracciato stesso (vedi il villaggio industriale di San Giacomo).

La necessità del territorio è quella di far defluire il traffico sulle autostrade esistenti, non di avere un’autostrada a poche centinaia di metri dai centri abitati. Le merci nei prossimi anni dovranno (anche per decisione Ue) spostarsi sempre più sulle ferrovie. La realizzazione dell’autostrada in “projet financing” è pura utopia, vedi la Bre. Be.Mi. un progetto simile naufragato miseramente con costi sociali enormi. Autobrennero spa non dispone dei capitali per finanziare l’opera, né le banche sembrano interessate al finanziamento. Inoltre Brennero spa dovrà essere resa pubblica, prima di iniziare la realizzazione dell’autostrada, pena la perdita della concessione per l’A22, la quale andrebbe a gara pubblica internazionale. Il faraonico progetto di realizzare un’autostrada tra Ravenna-Parma è franato, in quanto nessuno vuole la privatizzazione della Ferrara Mare (senza la realizzazione della Ravenna Mestre esclusa dal Cipe) né se ne vede l’utilità: immaginate un’autostrada che parte da Reggiolo-Rolo e arriva a Porto Garibaldi per morire sul porto canale! Solo una strada a scorrimento veloce fruibile e gratuita garantirebbe anche la fluidificazione del traffico locale.

La Via rilasciata l’anno scorso a Roma ha più di 200 Prescrizioni Ambientali. Alla Regione Emilia-Romagna giace una diffida della Commissione ambiente del Consiglio Europeo in merito all’aggravamento ambientale provocato da un’ autostrada. L’esproprio dei terreni sarebbe lungo ed estremamente costoso. Giacciono presso il Tar di Bologna 110 ricorsi di agricoltori impattati. L’autostrada costerebbe 1,4 miliardi valutazione al 2015 mentre il completamento della strada a scorrimento veloce si realizzerebbe con non più di 250 milioni. I soldi per la strada già ci sono, in quanto la Regione ha accantonato 189 milioni per la realizzazione dell’autostrada, che potrebbero essere investiti immediatamente nella strada. Non dimentichiamo poi che l’autostrada cispadana collega Reggiolo con Ferrara, mentre la priorità evidente dei cittadini della Bassa è andare a Modena.

Non esiste ad oggi un reale studio sui costi benefici dell’autostrada. Ricordiamo che la pianura padana e la nostra area hanno un inquinamento ambientale tra i primi posti al mondo e un’autostrada, con tanto traffico di attraversamento, non farebbe che peggiorare la situazione. Il mantra che il biomedicale ha bisogno di un’autostrada è falso! Il nostro distretto ha bisogno di far defluire 300 camion al giorno (strada o autostrada non cambierebbe nulla). Vorremmo in oltre far presente che la delocalizzazione industriale non è direttamente proporzionale al collegamento autostradale, altrimenti non si spiegherebbe la crisi dei comparti industriali carpigiani che l’autostrada l’hanno a quattro passi. Un’esortazione: impegniamoci con buona volontà, rinunciando a inutili costose e poco trasparenti manie di grandezza, a chiudere una volta per tutte questa storia realizzando in poco tempo un’opera stradale che aspettiamo dal 1963. Al governo ora a Roma c’è il Movimento 5 Stelle, che fin dalla sua nascita è contrario alla realizzazione dell’autostrada e favorevole alla strada a percorrenza veloce (chi deve intendere intenda).

 

 

Nunzio Tinchelli

Giorgio Cavazza

Movimento 5 Stelle