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QUELLE GITE A VILLEJUIF - Indicatore Mirandolese

QUELLE GITE A VILLEJUIF

La società ciclistica “G. Pico”, di cui facevo parte, era molto legata alla cittadina francese Villejuif, gemellata con Mirandola e situata nelle vicinanze di Parigi. Per due volte ci siamo recati in visita in Francia come turisti, approfittandone per compiere escursioni in bici lungo le strade parigine. Per i preparativi della nostra prima spedizione in terra francese, ci siamo divisi i compiti. A me è toccato il cibo. Così il giorno prima della partenza, vado dal fornaio Fiozzi e gli ordino un gnocco intero e una ventina di panini e poi mi reco alla Coop ad acquistare bevande e salumi.

Non mi ricordo esattamente l’ora della partenza, ma è stata di mattina, molto presto, perché ci aspettava un lungo viaggio (circa1.100 chilometri) per arrivare a Parigi. La prima sosta la effettuiamo ancora in territorio italiano, non lontano dal confine. E’ in quell’occasione che viene scattata la foto del gruppo con il pullmino. Subito dopo comincia lo spuntino e l’appetito dei partecipanti dimezza in poco tempo le scorte che avevo preparato. Terminato il pranzo, saliamo sul mezzo e partiamo.

Passiamo il confine, procedendo ad andatura sostenuta, visto che abbiamo un appuntamento con gli amici francesi che ci aspettano all’uscita dell’autostrada. Appena fuori, infatti, li troviamo in attesa. Ci accompagnano in tre luoghi diversi presso le famiglie che ci ospitano. Io e Massimo Basaglia finiamo da Pierò E. Solangh.

Dopo che ci siamo sistemati, ci invitano ad andare con loro in un vicino ristorante italiano, dove troviamo anche gli altri mirandolesi. Qui ci viene servito un cabaret con una specie di filone di pane. Ne taglio un pezzettino. Terenzio mi invita a prenderne di più. Io invece mangio solo il pezzo che ho preso e resto in attesa dell’altro cibo che però non arriva… Dentro il filone c’era di tutto ed era quello la nostra cena. Ecco perché Terenzio mi aveva consigliato di prenderne ancora! Arrivato a casa chiedo a Gardosi di aprirmi il pullmino. Così afferro la borsa con i panini e il gnocco rimasti e comincio a mangiarli avidamente. «Cosa fai?» mi chiede Gardosi. «Non vorrei che diventassero duri» gli rispondo sempre masticando. E così, termino la scorta di cibo portata dall’Italia.

Il giorno dopo andiamo a visitare Villejuif e tutti i suoi impianti sportivi (piscine, palestre, campo di calcio), mentre al pomeriggio c’è l’incontro con il Sindaco e di sera tutti a letto presto perché il giorno seguente ci aspetta una gara ciclistica appositamente preparata per noi, sul percorso di circa 120 chilometri Parigi – Foresta di Fontainebleau.

Arriva il momento della partenza. Costeggiamola Sennae dopo circa tre ore, tutto il gruppo di ciclisti effettua una sosta all’interno di un boschetto, dove è stato preparato un ricco buffet. Dopo il ristoro ripartiamo, con tutto il gruppo che è guidato un professionista “da cronometro”.

Alcuni ciclisti francesi, seguendo il professionista cambiano “marcia” passando dall’andatura turistica di 20 –25 chilometriall’ora ai 35 –40 chilometriall’ora. Io e Gardosi che siamo i più allenati, li seguiamo, mettendoci a ruota. Dopo una ventina di chilometri il gruppo si è dimezzato e all’ultimo chilometro siamo rimasti in cinque. Gardosi mi dice: «Non oso fare la volata finale». In effetti ci siamo fatti tirare per tutto il tempo dal professionista e soprattutto non gli abbiamo mai dato il cambio. Guardo Gardosi, gli stringo l’occhio e dico: «Ci penso io…».

Ad aspettarci c’è un folto pubblico di spettatori diviso in due file. Scatto e parto per la volata, lasciando gli altri molto indietro. Arrivo primo e mi aggiudico il prosciutto in palio e altri prodotti alimentari. Subito dopo l’arrivo, vado dal professionista dicendogli che ci saremmo mangiati tutti insieme la mia vincita. Allora lui si mette a ridere e mi dà una pacca sulle spalle.

Terminata la premiazione andiamo a fare una doccia e poi tutti a tavola. In seguito i nostri ospiti tirano fuori bocce, carte, tombola e la giornata finisce tra il divertimento e l’ilarità generali. I giorni successivi visitiamo Parigi e i suoi monumenti:la TorreEiffel, Versailles, Disneyland Paris. Infine si arriva ai saluti, il momento più difficile e doloroso. Il gemellaggio ciclistico è durato diversi anni. Naturalmente un anno andavamo noi e il seguente venivano loro. I Francesi si sono molto affezionati a noi Mirandolesi e sono nate delle importanti amicizie. Tuttora ci scambiamo ancora gli auguri per le principali festività.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella foto i partecipanti alla prima spedizione in terra francese. Da sinistra Terenzio Marchesi, Angelo Viviani, Quirino Mantovani e Massimo Basaglia (i due nel pullmino), Ornelio Gardosi, lo sponsor della società e Roberto Ansaloni. La foto è stata scattata dalla moglie di Terenzio, mentre il logo sul mezzo era stato realizzato dal grande artista e scenografo mirandolese Koki Fregni.

 

 

Foto di gruppo a Versailles due anni dopo

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