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"ORTOPEDIA VA A RAMENGO GRAZIE A CHI CI GOVERNA" - Indicatore Mirandolese

Premesso che il reparto di Ortopedia di Mirandola è una eccellenza che deve essere tutelata e supportata per la salute di tutti gli 87.500 cittadini dell’Area Nord, si rende noto che l’associazione “La Nostra Mirandola” ha donato in dicembre 2018 una Colonna Laparoscopica multifunzione con risoluzione 4K, il massimo presente in commercio oggi.

La suddetta apparecchiatura, del valore di oltre 100 mila euro, dovrebbe essere utilizzata dagli ortopedici per le operazioni in artroscopia, nonché dai chirurghi e ginecologi per operazioni in laparoscopia. Con il declassamento del nostro nosocomio a Ospedale di prossimità, causato dal disastroso Pal 2011 firmato dall’Assessore alla sanità dell’Unione comuni modenesi Area Nord Maino Benatti e dai nove Sindaci (io già allora votai contro nel precedente mandato), il nostro Ospedale è stato affossato praticamente in quasi tutti i reparti. Dopo il terremoto il reparto di Ortopedia ha subito una notevole diminuzione di dottori ed infermieri. I medici sono diminuiti da 7 poi 6 ora sono 5, (addirittura erano 10 medici in tempi che tutti ricordiamo con 48 posti letto, poi i posti letto sono diventati 22 e adesso il reparto ha solo 12 letti e ha perso la sua autonomia di ricovero). L’ area omogenea chirurgica ha abbassato notevolmente il confort di degenza dei pazienti e ha ostacolato il lavoro di medici e infermieri. Purtroppo è già certa anche una ulteriore diminuzione di organico per le dimissioni di due ortopedici che hanno scelto di andare a lavorare altrove. Se un datore di lavoro, ovvero l’azienda, non incentiva il lavoratore, nel nostro caso il medico, ad esprimere al meglio le proprie potenzialità professionali, non si costruirà mai nulla. Quale è la causa di tutto questo? Il declassamento di Mirandola a Ospedale di Prossimità che io non ho mai accettato essendo parte attiva dell’allora  referendum che per pochi elettori obbligati dal Pd di non andare a votare non siamo arrivati al quorum, frena enormemente la professionalità degli operatori. La diminuzione del numero di ortopedici nell’ospedale di Mirandola ha causato un forte calo delle visite ambulatoriali di ortopedia perché i tempi di attesa, con pochi medici a disposizione, diventano troppo lunghi e i pazienti sono costretti a rivolgersi ad altre strutture convenzionate, anche fuori regione. Perché non assumono gli ortopedici e gli infermieri mancanti? La situazione che emerge adesso è la seguente: perché gli anziani con frattura del femore, anche con rischio poco elevato, vengono trasferiti d’ufficio a Carpi, con tutti i disagi che derivano dallo spostamento di un anziano per lui stesso e per i familiari? Non si può dire ai cittadini che la causa è la mancanza di rianimazione perché la Direzione sa benissimo che l’ospedale di Mirandola possiede una area subintensiva donata anni fa ed ancora efficiente, che potrebbe essere utilizzata in caso di necessità. Perché in Ortopedia e in tutto l’ ospedale di Mirandola sono calati vertiginosamente i posti letto e non in altre strutture della zona? L’ospedale di Mirandola non può rimanere ospedale di prossimità con solo servizi a bassa intensità di cura, ma deve ritornare come è sempre stato: ospedale di primo livello o di area. La Regione e l’Ausl pensano che per tutti i cittadini della Bassa, senza alcuna struttura di primo livello in loco ma con ben quattro ospedali di area distanti fra loro 15/20 km e da Mirandola 25/35/44 km raggiungibili malamente e con una viabilità medievale, sia sufficiente una casa della salute aggiunta ad un ospedale declassato in pratica a poliambulatorio? Con un ravvedimento da parte della Regione e dell’Ausl, si potrebbero cominciare a correggere i gravi errori commessi. Le conseguenze saranno molto gravi e chi pagherà lo scotto, di questa sanità male organizzata targata Pd da più di 79 anni e poco incline a riconoscere gli sbagli commessi, saranno solo i cittadini dell’Area nord. Questa situazione è il risultato del declassamento selvaggio a ospedale di prossimità operata dal Pal 2011 e del referendum che ci avete boicottato qualche anno fa democraticamente (non facendo arrivare a casa le comunicazioni, facendo arrivare a casa le schede elettorali in ritardo eccetera). Noi siamo pronti a governare questo territorio abbandonato da anni dal Pd senza opere (tangenziale Mirandola-Modena, Cispadana, cinema, oratori, senza una sicurezza adeguata, con sempre più gente che non trova lavoro, tante famiglie abbandonate, senza giudice di pace, senza tenenza dei carabinieri, non vi è ancora realizzato il nuovo stabile nei giardini bassi/ ex Cattaneo per la questura, la piscina è rimasta chiusa per anni, pochi parcheggi fatti bene nel centro, il centro è morto e ad oggi il nostro Listone è diventato un mega parcheggio lunghissimo anti estetico per la terza piazza più grande d’Italia, dalle piscine non vi sono molti parcheggi segnati con le righe per la mole di persone che per fortuna frequentano quella zona, il contro soffitto della nuova piscine appena inaugurate e mezzo smontato e gocciola ovunque, i giovani scappano da questa zona perché non vi è futuro, le frazioni sono abbandonate ricevono voglie di piste ciclabili di 80 metri tipo Mortizzuolo-via Mazzone, a San Martino spino sono riusciti a stringere la strada principale e fare un senso unico che i gli amici sammartinesi sono i***i per il disservizio, non vi è più una squadra calcistica a Mirandola che porti in alto i nostri colori sociali giallo e blu, abbiamo strade piene di buchi, abbiamo le strade bianche piene di buchi ecc. Noi di Forza Italia saremo parte attiva per cambiare questa bellissima città e frazioni e andremo migliorare i disservizi causati dalla amministrazione targata Pd, se ci saranno donne e uomini volenterosi che abbiano voglia di correre con me e nella lista di Forza Italia che stiamo facendo sono ben accette per far rinascere Mirandola e frazioni  abbandonate alle prossime elezioni che vi saranno a maggio 2019 potete contattarmi alla mia email marianlugli.e@gmail.com.  Mi go voia ad cambiar Mirandl e frasion con naltra giunta, ti?

Marian Lugli, capogruppo Forza Italia