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"KYENGE, IL MINISTRO CHE NON VUOLE INTEGRARSI" - Indicatore Mirandolese

Nell’ultimo Consiglio comunale (lo scorso 21 maggio) il Pd supportato da tutta la maggioranza oltre che dalla Lista Civica i Mirandolesi presenta un ordine del giorno in solidarietà al Ministro condannando gli attacchi razzisti e misogini di cui è stata oggetto.

Si richiamano siti di destra, si parla di politica addirittura neofascista e si parla di discriminazione. E vi dirò di più lo stesso documento è stato approvato anche in Comune a Modena ed in Provincia anche dal Pdl. E allora Giulia cosa stai dicendo? Che sei razzista? Che condividi ciò che la signora Ministro, donna, di colore ed oltretutto modenese ha subito?

No. Ed ancora poi no. Non condivido la violenza, anche verbale. Gli attacchi fisici alle sedi del Pd e gli insulti al Ministro, così come le violenze contro i sostenitori del Pdl a Brescia e gli atti dei centri sociali contro i lavoratori della Tav, sono due facce della stessa medaglia. Una medaglia che disonora un Paese perché le idee, anche quelle più diverse dalle nostre e quelle che vogliamo contrastare in ogni modo, si rispettano. Ma però non può esserci una sola corsia di comunicazione… La signora diventata Ministro in pochi mesi si è spesa per:

  • 16 febbraio 2013 (campagna elettorale): garanzia di accesso per i migranti ai posti nella pubblica amministrazione su esempio di ciò che furono le americane affermative action. Ricordiamo che per l’articolo 3 della Costituzione italiana “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione…etc”. Condanno quindi ogni discriminazione anche nei confronti degli italiani e dei mirandolesi;

 

  • Ius soli: la nascita in Italia non può considerarsi un requisito per ottenerla, visto che un bambino figlio di genitori stranieri non è detto che, da adulto, tenga maggiormente alla cittadinanza italiana rispetto a quella del Paese di cui è originaria la sua famiglia. Sarebbe un’imposizione odiosa, un atto di razzismo al contrario, laddove uno Stato elargisse il “privilegio” di diventare cittadino ritenendosi superiore allo Stato da cui proviene la famiglia del richiedente. La cittadinanza per noi è un atto d’amore, la condivisione di lingua, tradizioni, cultura, Costituzione, leggi. Mi confermo quindi sconcertata dalle affermazioni del Ministro Kyenge, completamente estranee alle sue competenze (la materia infatti è nelle deleghe degli Interni) e fuori dalla legislazione della stragrande maggioranza dei Paesi europei. Comunque necessità impellente?

 

  • Perché non ha ritenuto partecipare ai funerali dei tre uomini barbaramente uccisi  dalla follia di Kabobo?  Follia che non ha colori di pelle, né dipende dal diritto di cittadinanza. Sarebbe stato un simbolo che avrebbero riportato le discussioni coi piedi per terra. Essere là avrebbe tradotto in un fatto le parole integrazione e discriminazione.

 

Chi usa violenza, anche verbale, deve trovare compatte tutte le persone che amano il proprio Paese. Ma ogni giorno non a giorni alterni, per cui se oggi la violenza è di destra viene condannata solo dalla sinistra e se domani è di sinistra solo dalla destra.

 

Giulia Bellodi

Capogruppo Fratelli d’Italia – Centrodestra Nazionale

 

 

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