Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image
Scroll to top

Top

INFLAZIONE ALLE STELLE E PREZZI QUASI RADDOPPIATI: IL ‘CAROVITA’ SI FA SENTIRE SUL REDDITO DELLE FAMIGLIE - Indicatore Mirandolese

INFLAZIONE ALLE STELLE E PREZZI QUASI RADDOPPIATI: IL ‘CAROVITA’ SI FA SENTIRE SUL REDDITO DELLE FAMIGLIE

Potere d’acquisto in calo e mirandolesi oculati nelle spese. Aumenti confermati anche da esercenti e responsabili di supermercati

L’inflazione corre e il carovita incide pesantemente sul reddito di lavoratori, pensionati e famiglie. “Oggi i 50 euro sono l’equivalente dei 10 di qualche anno fa. Il pane costa 6-7 euro al kg, la scatoletta per il cane 1.50, e poi la carne, la verdura, i detersivi…. tutto è aumentato”, dichiarano all’uscita di un supermercato Dora Luppi e Tiziana Pradella, pensionate. “Avanti di questo passo e lo stipendio o la pensione non basteranno più se sommiamo alla spesa il costo di luce, acqua, gas, telefono e i servizi per la casa”.

Il rincaro, in media, è intorno al 20-30%, ma ci sono alcuni prodotti che hanno subito impennate considerevoli, “ecco perché – fa notare Mauro Rossi, pensionato e volontario Auser – cerco di risparmiare acquistando prodotti scontati. Faccio il giro dei supermercati e riesco a fare incetta di prodotti in promozione, come ho fatto stamattina con questi dolci di alta qualità nel cartone. Controllo bene la data di scadenza e porto in tavola prodotti buonissimi e scontati”.

La giovane Erika Bruzzese esce dal negozio tenendo a fatica due sporte ricolme, che quasi trascina, ma i conti in tasca li fa la mamma. “E’ lei che mi dice cosa acquistare, e rispetto al passato a ogni spesa si lamenta, dice che tutto è più caro”.

Alessia Miceli, giornalista free lance italo inglese, vent’anni trascorsi in Inghilterra, “dove penso di tornare”, non ha dubbi sul fatto che oltre Manica la vita è ancora più cara, ma Carpi e Modena a mio parere lo sono tanto più di Mirandola, quanto all’abbigliamento poi nemmeno a parlarne. “In Inghilterra – racconta – dove vivono i miei due figli, un sandwich costa 5 sterline, la bellezza di 7 euro e non pensate che sia granché. Qui, invece, la qualità del cibo è buona, c’è molta cura per gli alimenti, sia nei supermercati sia nei negozi al dettaglio, e al mercato”.

Ismail Benli e la moglie Guler Tahtali, operai di nazionalità turca, hanno il volto triste della loro terra, martoriata dal terremoto, sul quale si soffermano: “Appena rincasiamo dal lavoro accendiamo la tivù turca per seguire i soccorsi, che dramma!”. Quanto ai rincari, “Il potere d’acquisto – sottolinea Ismail – è diminuito, il salario è sempre quello e l’impennata dei prezzi costringe a fare sacrifici, oltre al fatto che cerchiamo di dare una mano ai nostri due ragazzi, che vivono in Turchia: il maschio studia medicina all’Università, la ragazza è fisioterapista”.

Per Lucia Trifan, di nazionalità moldava, in Italia da quasi 20 anni, “Fino a qualche anno fa con 50 euro si poteva riempire il carrello della spesa, oggi non più. Anche nel mio Paese, non solo in Italia, e a fronte di stipendi più bassi i prezzi sono aumentati, ma penso sia così un po’ ovunque in Europa. Al giorno d’oggi uno stipendio solo non basta, e se fino a poco tempo fa noi immigrati riuscivamo a inviare aiuti ai nostri familiari, oggi si fa tanta più fatica”.

La signora Olga, 90 anni, ringrazia il giorno in cui ha pensato di versare volontariamente i contributi pensionistici. “Se non lo avessi fatto – racconta – oggi non riuscirei a vivere con la sola pensione di reversibilità di mio marito: 600 euro. Così invece posso contare su 1100 euro al mese, che non sono certamente tanti, ma mi consentono di respirare, con i dovuti sacrifici s’intende”.

C’è chi lancia strali alla politica, ai luoghi di comando, al reddito di cittadinanza e alla troppa burocrazia, e sono per lo più pensionati che a fine mese sono in affanno. “Con la minima – commenta Aldo G. – non si va da nessuna parte, e poi oltre al cibo che portiamo in tavola, l’incremento dei costi riguarda tutto, anche la casa. Se si rompe il frigo bisogna cambiarlo e costa, se serve l’idraulico o l’elettricista anche in quel caso la fattura subisce aumenti e via di questo passo”.

Da negozi e supermercati confermano aumenti su tutti i prodotti nell’ordine del 20%, 30% ma per alcuni, come per esempio l’olio, la percentuale è maggiore. “Il rincaro è iniziato da settembre 2022 ed è stato graduale, oggi abbraccia la molteplicità dei prodotti, con punte massime per alcuni generi di consumo”, puntualizzano  esercenti e  responsabili di supermercati.