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"IL DESTINO DELL'OSPEDALE E' GIA' SEGNATO DA ANNI" - Indicatore Mirandolese

Tra spending review, terremoto e una classe politica indegna, il destino dell’ospedale di Mirandola è già segnato. Il peccato originale risale a quando i compagni e i loro nominati nelle Usl hanno deciso di costruire la cattedrale di Baggiovara, che è equidistante 15 km sia dal Policlinico che dall’ospedale di Sassuolo, pur lasciando invariate queste ultime due strutture.

Poi è arrivato il Piano Attuativo Locale (Pal), votato all’unanimità da tutti e 47 i Comuni della provincia, Mirandola compresa (44 sono in mano al Pd), con il quale sono state decise chiusure, ridimensionamenti e
riqualificazioni, che per i cittadini della Bassa ovviamente si sono tradotte in perdite, perché si sa, l’ombra della Ghirlandina arriva fino a San Prospero e noi probabilmente apparteniamo a un’altra provincia.

Infine il terremoto, ha accelerato l’applicazione del Piano truffa che ha portato a una rapida chiusura dell’ospedale di Finale Emilia, ora casa della salute e declassato quello di Mirandola in un ospedale di prossimità. Dopo tutto questo ci ritroviamo senza i reparti di Cardiologia, Pneumologia e Medicina, che sono stati trasformati in area omogenea medica, con i reparti di Chirurgia e Ortopedia ridimensionati e si vocifera sulla chiusura o il ridimensionamento di altre aree tra cui Pediatria e Ginecologia-Ostetricia, che comunque non sono ancora tornate a pieno regime.

Gli equilibri, le ambizioni e le scelte del Pd come al solito si traducono in danni e problemi sulla pelle dei cittadini. Pensiamo a una persona di Finale Emilia o di San Martino Spino, con una grave peritonite; andrà all’ospedale di Mirandola, dopo la procedura di visita e consulti vari, dopo che il medico di turno deciderà che è da operare (ma non lì), sarà caricata su un’ambulanza e portato a Carpi, dove si spera che la sala operatoria sia libera. I

n pratica è passata più di un’ora e c’è da sperare che il malcapitato sia ancora vivo, oppure che non abbia subito complicazioni gravi tali da compromettere la sua salute in modo irrimediabile. Per non parlare della perdita di prestigio che subirà l’ospedale, con conseguente fuga verso altre strutture (Pieve di Coriano), dei disagi che subiranno medici e infermieri trasferiti e le famiglie che si troveranno a far visita e ad assistere i propri cari tutti i giorni a Baggiovara e Carpi oppure fuori provincia. Non si può pensare che chi ha creato il danno sia lo stesso a fornire le soluzioni.

Guglielmo Golinelli
Capogruppo Lega Nord

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