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DUE VECCHIETTE VANNO A NORD - Indicatore Mirandolese

DUE VECCHIETTE VANNO A NORD

Una sorta di road movie con due attempate Thelma e Louise. Così, in poche parole, si potrebbe riassumere Due vecchiette vanno a Nord di Pierre Notte, lo spettacolo interpretato e diretto da Angela Malfitano nel ruolo di Bernadette e Francesca Mazza in quello di Annette, in programma mercoledì 13 dicembre alle ore 21.

Lo spettacolo si svolgerà all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola per la Stagione teatrale 2017/2018 curata da ATER-Associazione Teatrale Emilia Romagna nell’ambito del Circuito Regionale Multidisciplinare.

L’evento è prodotto dall’Associazione culturale “Tra un atto e l’altro”, la traduzione dal francese è di Anna D’Elia; il suono è di Alessandro Saviozzi, scenotecnica e luci di Giovanni Marocco; gli interventi video sono a cura di Lorenzo Letizia, mentre le basi musicali sono di Guido Sodo. Un ringraziamento a Fabrizio Arcuri e a Maurizio Cardillo.

In questa ironica e surreale piéce a metà tra commedia e dramma, le due attrici affrontano il tema della morte attraverso l’ironica scrittura di Pierre Notte. Annette e Bernadette hanno appena perso la madre e deciso di inumare le sue ceneri vicino a quelle del padre, nel Nord del Paese. Ma inizia in realtà un viaggio rocambolesco insieme reale e metaforico, carico di memorie e conti da chiudere. Un mix di humour corrosivo e di tenerezza.

“Sono sorelle, e anziane. Un poco represse, forse. Arrotondate dal tempo. Alla morte della loro madre, Annette e Bernadette si rendono conto di non aver mai visto la tomba del padre, sepolto venticinque anni prima, a nord, nella regione Amiens. Decidono quindi di lanciarsi nell’avventura, per abbracciare papà e dirgli che la mamma è morta. Deux petites dames vers le Nord è una delicata fantasia sui lutti scombinati. E’ il ritornello della riconciliazione, tardiva ma reale, tra persone. Non è tanto il dolore della perdita, quanto piuttosto l’attimo in cui è possibile ridere, a volte, anche di botto, senza volerlo, come per incanto, come guidati da un fantasma, quando si viene a sapere della morte di qualcuno. E’ l’attimo come di grazia, quando la vita esce a prendere una boccata d’aria, in cui si accetta di prendere per mano i propri fantasmi e di ballare insieme a loro invece di portarseli sulle spalle” (Pierre Notte).