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DIECI CANDELINE PER ASP - Indicatore Mirandolese

DIECI CANDELINE PER ASP

L’Azienda pubblica di servizi alla persona (Asp) dei Comuni Modenesi dell’Area Nord compie dieci anni. Abbiamo tracciato un bilancio con il presidente Paolo Negro.

 

Presidente, Asp compie dieci anni. Una scommessa vinta?

«Sì, l’Azienda pubblica di servizi alla persona dei nove Comuni dell’Unione compie dieci anni, essendo nata nel maggio del 2008. La scommessa era rendere più forte questo territorio nella risposta ai bisogni della persona, superando la frammentazione in nove gestioni pubbliche comunali necessariamente dispersiva di risorse. Sì, penso si possa definire una scommessa vinta: ora questo territorio è più forte nell’assicurare servizi in quantità e qualità omogenea sul territorio e risposte ai nuovi bisogni dei cittadini di tutta l’Area Nord.  E questo perché sono stati dieci anni in cui abbiamo fatto innovazione continua».

Cos’era Asp nel 2008 e cos’è oggi?

«Asp è nata gestendo quattro servizi articolati su soli tre Comuni e ora ne gestisce 25 articolati su tutti i nove Comuni soci e tutti i servizi sono in rete tra loro, per i cittadini: dall’assistenza domiciliare, alle case residenza, ai centri diurni, alle comunità alloggio, al telesoccorso per anziani; dagli appartamenti protetti ai centri diurni per persone con disabilità. I cittadini dell’Area Nord utenti dei servizi di Asp erano 200 nel 2008 ora sono circa 1.300.  I dipendenti di Asp, passati da 111 del 2008 agli attuali 312. Asp è quindi per il nostro territorio anche lavoro. Ora, con il consolidamento dell’Azienda, ridurremo notevolmente il lavoro a tempo determinato. Stiamo già facendo e faremo concorsi per assumere complessivamente 77 dipendenti a tempo indeterminato».

La scommessa era oltre alla qualità dei servizi anche la tenuta, la sostenibilità in termini di bilancio, qualcuno all’inizio temeva nascesse un “baraccone”.

«Si, tra i timori c’era anche questo. Timore poi sciolto in questi dieci anni, perché l’Asp è cresciuta rispettando sempre gli obiettivi di bilancio: non abbiamo mai chiesto in questi dieci anni ai Comuni soci il ripiano di perdite».

Veniamo ai servizi, quali “segni più” per i cittadini, in particolare nel campo dei posti all’interno delle case residenze protette?

«Un tema importante è stato davvero in questi dieci anni dare una risposta alla necessità di più posti residenziali di casa residenza protetta per anziani, a partire dalla valorizzazione del patrimonio storico degli ex ospedali di San Felice e Concordia.  Lo abbiamo fatto. Chiusa la vecchia sede da 33 posti letto, abbiamo aperto la “nuova Augusto Modena” all’interno dell’ex ospedale di San Felice la cui riqualificazione abbiamo totalmente completata e oggi annovera ben 71 posti letto. Dopo l’affidamento ad Asp della gestione della Casa Residenza “I Tigli” di Concordia, abbiamo costruito le condizioni per l’integrale riattivazione come casa residenza per anziani dell’ex ospedale di Concordia, passato da 43 a 70 posti letto attivi. Oggi la gestione è affidata direttamente alla cooperazione sociale sulla base delle norme di accreditamento che impongono il superamento della gestione mista pubblico – privato. Abbiamo effettuato ed effettueremo nel 2018 importanti investimenti di manutenzione straordinaria delle altre due case residenza che gestisce Asp: il Cisa di Mirandola che annovera 104 posti letto e la Casa Residenza di Finale Emilia con 65 posti letto».

La malattia di Alzheimer è uno dei problemi più sentiti dalle famiglie. 

«Sì, e l’Asp gestisce una delle esperienze più avanzate a livello regionale di risposta a questo bisogno della persona anziana e delle famiglie: il nucleo specialistico all’interno del Cisa di Mirandola, che accoglie temporaneamente pazienti dementi con disturbo del comportamento. L’elemento d’eccellenza di questo servizio è rappresentato dall’adozione dell’approccio Snoezelen, un metodo all’avanguardia a livello mondiale basato sulla stimolazione multisensoriale attraverso ambienti dedicati che abbiamo creato, con effetti terapeutici di benessere della persona».

L’Asp e il terremoto del 2012. 

«Asp ha reagito al terremoto con grandissimo spirito di squadra che ha portato a garantire la continuità dei servizi e a ripristinare in pochissimi mesi le strutture colpite, facendo così rientrate nella loro sede originaria tutti i servizi. Salvo che questo non fosse più opportuno. Per esempio, il centro diurno per anziani di Mirandola era collocato all’ultimo piano della casa residenza Cisa: abbiamo realizzato un bellissimo nuovo centro diurno, in legno, al piano terra, aumentando al contempo anche i posti a disposizione rispetto a quanti disponibili pre sisma».

Il progetto più “originale” nato da Asp dopo il terremoto è stato CasaInsieme. 

«Sì, col terremoto migliaia di anziani sono stati sfollati e sono diventati più fragili. Occorreva ideare anche soluzioni abitative di carattere assistenziale più leggero, per essere vissuto dall’anziano autosufficiente ma fragile come “la propria casa”. L’Asp ha messo in campo l’idea CasaInsieme: microresidenze, piccole comunità residenziali, costruite in legno, ecosostenibili, formate da sei minialloggi più un settimo appartamento per l’eventuale assistenza notturna, ispirato alle soluzioni più avanzate a livello europeo nel campo del cosiddetto co-housing sociale. L’idea è piaciuta e ha attratto la generosità di tanti donatori: abbiamo raccolto cinque milioni di euro che hanno ci hanno già consentito di realizzare le comunità CasaInsieme a Medolla, Mirandola, San Felice, San Prospero e Finale Emilia. A giugno prenderanno il via i lavori del nucleo di Cavezzo, mentre sono in fase di progettazione CasaInsieme di Camposanto, Concordia e San Possidonio. Quindi centreremo l’obiettivo e l’impegno di realizzarne una per ciascuno dei nove Comuni dell’Area Nord».

Nel campo della disabilità, c’era l’esigenza di potenziare e diversificare la risposta nel territorio. 

«Certo, sia nel campo della disabilità congenita ma anche di quella acquista. Abbiamo per questo realizzato recentemente un nuovo servizio: il centro diurno socio educativo “Il Girasole” a San Felice che ora può accogliere fino a 20 persone in più, disabili adulti che presentino un livello minimo di autonomia personale ma per i quali non sia possibile l’inserimento in un contesto lavorativo. Al tempo stesso, grazie alla partnership con il donatore Trust Nuova Polis, stiamo realizzando e sarà presto realtà, la nuova struttura residenziale per gravi e gravissimi disabili congeniti, raddoppiando i posti a disposizione di cui il nostro territorio è carente: il nuovo “Picchio”. Poi c’era il tema emergente della disabilità adulta acquisita, a seguito ad esempio di un incidente o di una malattia. Abbiamo progettato e costruito un nucleo specialistico all’interno dell’ex ospedale di San Felice, con dieci posti letto dedicato alla gravissima disabilità adulta acquisita. Primo nucleo di questo tipo nella nostra provincia».

Asp ha più recentemente assunto anche la gestione di servizi educativi. 

«Si, tra le prime Asp della nostra regione, abbiamo assunto sperimentalmente tre anni fa la gestione del nido d’infanzia “Rock no War” del Comune di Medolla, consentendo di aumentare il numero di bambini accolti e di eliminare la lista d’attesa del Comune. Quest’anno l’affidamento del servizio è diventato definitivo».

Ultimo importante traguardo, la nascita della Fondazione Hospice San Martino che realizzerà l’hospice del nostro territorio. 

«Si, abbiamo compiuto nei mesi scorsi il passo decisivo verso la realizzazione dell’hospice territoriale che servirà il territorio e i cittadini dei Distretti sanitari di Mirandola  e Carpi, dando vita alla Fondazione che lo realizzerà. L’hospice si farà a San Possidonio, dotato di 14 posti letto, lo progetterà e realizzerà la Fondazione Hospice che raccoglierà le risorse necessarie. Asp apporterà al patrimonio della Fondazione 500mila euro come socio promotore fondatore. Gli altri due fondatori sono l’Associazione Malati Oncologici di Carpi e l’Associazione Malati Oncologici nove Comuni Modenesi Area Nord. Il ruolo della neonata Fondazione sarà quindi quello di rendere partecipi i cittadini della realizzazione dell’hospice».