Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image
Scroll to top

Top

No Comments

BASELGA: LA POSTINA, GALLIANO E...QUIRINO - Indicatore Mirandolese

BASELGA: LA POSTINA, GALLIANO E…QUIRINO

Dal 1968 al2002 in luglio, mio suocero Vittorino Rebecchi affittava sempre un appartamento a Miola, una frazione di Baselga di Pinè, nel Trentino. In quegli anni lavoravo prima alla Fonderia Ghisa e in seguito alla Dasco – Gambro. Le ferie venivano per lo più concesse nel mese di agosto, ma io, adattandomi ai lavori di manutenzione degli impianti, riuscivo a fare vacanza in luglio, il mese migliore per la pesca.

E così trascorrevo le ferie in Trentino, una regione ricchissima di laghi (Serraia, Levico, Caldonazzo, per citarne solo alcuni). Baselga, durante i mesi estivi, si trasformava in una succursale di Mirandola, visto che centinaia di miei concittadini trascorrevano qui le ferie. Tra questi c’erano anche la “Postina” e il marito Galliano che avevano un appartamento in affitto per tutto l’anno.

La Postina, come la chiamavano in tutti, aveva sempre con sé una macchina fotografica, visto che la fotografia era la sua secondo professione. Le piaceva anche accompagnare il marito a pescare. Un giorno li vado a prendere in auto e si parte tutti insieme alla volta del lago di Caldonazzo.

Una volta arrivati ci dividiamo: io scelto un posto nei pressi di una grossa pianta, assicurandomi così l’ombra per tutta la giornata. Galliano invece si sistema ad una trentina di metri da me, mentre la postina con il suo tradizionale “lancino” (canna corta da fondo) si posiziona circa venti metri dopo il marito. Iniziamo a pescare. Di solito si prendevano cavedani, tinche e scardole. Ma la giornata è nata male e la pesca risulta decisamente scarsa: un paio di cavedani e tre scardole. Mi annoio e allora vado da Galliano a controllare quello che ha pescato.

Lui ribadisce che non si prende niente e così vado a trovarela Postina.Nelsuo posto c’è solo la sua piccola canna, lei è in giro a fare delle fotografie. Mi viene un’idea improvvisa, raccolgo per terra una mela e l’attacco all’amo della canna della Postina. Rigetto la lenza nell’acqua e mi precipito nella mia postazione. Passano un paio d’ore e sento gridare: «Galliano, vieni subito con il guadino. Un pesce grosso! Dai, fa presto che scappa!». L’uomo corre dalla moglie che, tira e ritira, riesce finalmente a sollevare il “pesce”, cioè la mela che io avevo attacco all’amo.

Galliano comincia a ridere a più non posso. Mala Postinanon apprezza, gira la canna e gli rifila due “cannate” sulla testa. «Ahia! An son minga sta me (Non sono stato io)» si difende un dolorante Galliano. «Se l’è sta al Padreteran (Sì è stato il Padreterno)» risponde lei, colpendolo altre due volte. Di sera ci riunivamo sempre al bar ristorante “Gigi”. Siamo tutti lì seduti quando arriva Galliano con due vistosi cerotti in testa. «Cos’hai fatto?» gli chiedono e lui racconta l’accaduto, senza immaginare chi sia stato l’autore dello scherzo…

 

 

Quirino Mantovani

 

Nella  foto Da sinistra Lorenzo Rebecchi, il padre Vittorino Rebecchi, Quirino Mantovani, Rino Mantovani, Libero Bertoli.

Submit a Comment